Una riflessione sul decreto Milleproroghe

 Dopo la visione del programma LE IENE il 23.02.2011, format televisivo a metà fra il serio e il faceto, mi sono sovvenute alcune brevi riflessioni sul tanto decantato decreto soprannominato “milleproroghe” per l’abilità con la quale i nostri politici, di destra e di sinistra, sono riusciti a riempirlo con “leggine” riguardanti i campi più svariati, messe assieme come covoni di paglia per poterle fare approvare in modo indiscriminato e confuso, confondendo e disorientando come sempre i “fruitori” finali, cioè noi cittadini.

Ed è stato divertente vedere la iena di turno intervistare onorevoli del PDL e del PD chiedendo loro se fosse giusto pagare le multe per un cittadino, e tutti ovviamente calavano la testa invocando giustizia e legalità. Ben diverso il discorso quando il coriaceo intervistatore ha sottoposto loro una delle belle magagne del decreto che stavano facendo approvare: ovvero la riduzione delle multe comminate ai partiti per via dell’imbrattamento dei muri civici con i loro manifesti elettorali affissi indiscriminatamente – in tempi selvaggi di campagne elettorali – senza alcun rispetto delle norme sugli spazi legittimi per questo tipo di pubblicità. Invece delle cifre corrette – certamente salate – infatti il decreto restringe la somma che i partiti dovranno pagare ad appena 1000 euro. Come se noi cittadini, prendendo cento multe per eccesso di velocità, ce le facessimo ridurre a una e pagassimo simbolicamente – frodando lo stato – solo quella.

Nessun intervistato ha saputo controbattere alla giusta domanda dell’inviato del programma televisivo: i cittadini devono pagare l’importo totale e voi invece volete usufruire di uno sconto che non vi è dovuto? Quale messaggio passa? Certamente quello che i politici appartengano ad una casta diversa di privilegiati, che quando sbaglia, non paga. O paga meno di quanto dovrebbe. A mio parere, questa interpretazione è l’unica possibile ed è oltremodo dannosa per chi si vanta di rappresentarci e di decidere per noi.

Ricordo la risposta sincera – l’unica – di un politico che ha detto allontanandosi qualcosa come: voi le dovete pagare, noi no!!!

Altro punto del decreto che vorrei mettere in luce e criticare è l’aumento del prezzo del cinema. Capisco che l’industria sia in crisi, ma questa crisi non è stata forse acuita dai tagli del governo? Insomma, come sempre dobbiamo pagare noi spettatori-cittadini, incapaci di ribellarci e far sentire le nostre voci di dissenso, l’ennesima politica sbagliata di questa maggioranza??? Non è allontanando la gente dal cinema che lo si aiuta, tutt’altro. Bisognerebbe invece prestare maggior attenzione a questa importante espressione culturale del nostro paese, sostenendola nel modo più adeguato.

Riceviamo e Pubblichiamo di Benedetta Bonanno

Lascia un commento